venerdì 15 marzo 2024

La malnata (B. Salvioni)

  

È un romanzo carico di suggestioni quello che ho avuto tra le mani nei giorni scorsi. 

Già catalizzante a partire dalla copertina, la storia raccontata è di quelle che non si dimenticano. Una storia di amicizia, di superstizione, di violenza, di legami, di riscatto. Una storia di donne, così l’ho letta.

Siamo a Monza nel marzo del 1936. Francesca è una ragazzina di 12 anni. Maddalena è, per tutti, la Malnata. Storta, come il suo caschetto nero. Storta ma non fisicamente per chissà quale menomazione. No, è storta perché porta male, dicono. Ha il potere di fare del male, dicono. È bene starle alla larga, dicono. Ha il segno del bacio del diavolo sul volto: una macchia rossa che non solo lei non nasconde ma che mostra con orgoglio. Le due ragazzine si incontrano e si riconoscono. Sono due anime affini anche se nessuno penserebbe mai che possa essere così. La Malnata non ha paura di niente e di nessuno. Francesca, invece, sta sempre al suo posto con quel timore reverenziale che la porta ad abbassare la testa anche quando il suo cuore le dice di fare tutt’altro. Il loro incontro rappresenta una svolta per entrambe.

Francesca guarda da lontano la Malnata e i suoi due compagni d’avventura, due ragazzini con i quali lei, Maddalena, si sente alla pari. Con i quali è complice e dei quali, a ben guardare, se non si può dire che sia il capo si può certo dire che sia il collante che li tiene uniti nella buona e nella cattiva sorte. Nel momento in cui Francesca entra nel gruppetto, per lei qualche cosa cambia. In meglio, secondo il suo punto di vista. In peggio secondo il punto di vista di tutti gli altri, familiari in testa.

Quella delle due ragazzine è un’amicizia profonda, un rapporto che si consolida di giorno in giorno passando anche per delle brusche cadute. 

Siamo nel periodo della guerra in Abissinia e le vicende ad essa collegate hanno un ruolo importante nello sviluppo della storia. Ma ancora di più hanno un ruolo importante i legami, le storture di un rapporto all’inizio immaturo ma via via più consapevole tra le due ragazzine. È una storia dura, che a tratti mi ha fatto innervosire. Avrei voluto poter entrare tra le pagine per cambiare un po’ le cose… ma alla fine la storia funziona così com’è anche se alla fine si arriva ad un punto che lascia senza fiato.
La Malnata è un personaggio che entra nelle pieghe della coscienza e che è destinato a restarci. È uno di quei personaggi di cui vorresti sapere di più, molto di più di quanto è concesso dal romanzo. È uno di quelli che restano cuciti addosso. 

Questo, per lo meno, è capitato a me.
Gran bel libro. Lo consiglio.
***
La malnata
Barbara Salvioni
Einaudi editore
pag. 248
17.50 copertina flessibile

lunedì 11 marzo 2024

Per questo mi chiamo Giovanni. Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone (L. Garlando)

  

Ecco uno di quei libri che, secondo il mio parere, andrebbero letti da tutti. E con tutti intendo proprio tutti: grandi e piccoli, lettori accaniti e non. Perché è con le parole più semplici che si riesce a far arrivare anche il messaggio più difficile e delicato. Perché chi riesce a farsi comprendere da un bambino ha la capacità di farsi capire da chiunque. 

Luigi Garlando riesce a fare proprio questo: parla di un argomento delicato, di una storia importante con parole semplici e intense. Non banali. Assolutamente. Semplici e dirette, quello sì.

La voce narrante è quella di un uomo, un padre, che si rivolge a suo figlio per trasmettergli un messaggio importante. Gli parla della mafia, dell'omertà, del coraggio. Lo fa raccontandogli la storia di colui al quale suo figlio Giovanni deve il nome: Giovanni Falcone. Il racconto non arriva per caso ma arriva in un momento particolare della vita del ragazzino. Ci sono alcune situazioni a scuola che rendono necessario un confronto di questo tipo. Un confronto delicato ma molto, molto intenso.

Parte così il racconto di un padre che percorre tutte le tappe che hanno caratterizzato la vita e l'impegno di Giovanni Falcone. Il piccolo Giovanni ascolta, è curioso, fa domande e sulle prime non riesce a capire perchè suo padre gli stia raccontando una storia del genere. Poi, però, capisce. E, con lui, anche il lettore capisce bene il perché sia arrivato il momento giusto e come l'insegnamento arrivato dalla vita di Giovanni Falcone sia così importante anche per un ragazzino di dieci anni.

Il dialogo tra padre e figlio caratterizza tutto il libro e, come ogni dialogo che avviene in modo efficace tra un adulto ed un ragazzino di quell'età, vengono usate parole semplici, paragoni, esempi per rendere al meglio tutto ciò che nella realtà è stato molto più difficile e violento.

Ho molto apprezzato questo libro e credo che ne comprerò diverse copie per farne dono a qualche mio nipotino e ne suggerirò la lettura anche ai miei figli. Perchè se è vero che sono più grandi di Giovanni, non lo sono di molto e devono conoscere certe dinamiche così come determinate situazioni. 

Arriva anche una sorpresa sul finale che, onestamente, non mi sarei mai aspettata. Sorpresa che assegna un valore aggiunto alla lettura e alla scelta dell'autore di raccontare in quel modo una storia così.

Si tratta di una lettura consigliata dagli otto anni ma non ci si deve far spaventare dal target di lettori a cui il libro è indirizzato: non si è mai troppo grandi per leggere storie così. 

Libro che consiglio caldamente. A tutti, senza limiti di età.
***
Per questo mi chiamo Giovanni. Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone
Luigi Garlando
Rizzoli editore
160 pag.
11,40 euro, Kindle unlimited

sabato 9 marzo 2024

Misery (S. King)

Non ho letto moltissimo di King e il nostro è stato, fino ad ora, un rapporto altalenante. Ho amato la tensione di cui sono intrisi i suoi romanzi ma non ho amato il suo attingere alla magia, a volte in modo fin troppo esagerato, tanto da rendere una storia più che inverosimile.
Fino a Misery. Ho trovato un'edizione molto vecchia del libro, con caratteri piuttosto piccini e la lettura è andata avanti più lentamente di quanto avessi immaginato ma questo non mi è dispiaciuto. Ho assaporato ogni riga, anche quelle più deliranti, quelle che mi hanno spiazzata e mi hanno mandata in confusione. E non è un difetto, questo, ma un grandissimo pregio vista la situazione narrata.


Paul Sheldon è uno scrittore di successo che, malauguratamente, ha un incidente stradale con la sua auto.
Ancor più malauguratamente viene soccorso da Annie, la sua fan numero uno. Una fan che non lo porta in ospedale malgrado abbia le gambe fratturate. Non chiama un’ambulanza. Non chiede aiuto. Anni lo porta di peso in casa sua dove lo accudisce a modo suo. 

Annie è pazza. E Paul se ne rende conto ogni giorno di più.
Quando Annie realizza conto che Paul ha concluso il suo ultimo romanzo della serie del personaggio Misery con la morte di lei, dimostra in modo alquanto singolare la sua contrarietà verso la scelta dell’autore.
Inizia un vero e proprio calvario per quell’uomo che viene torturato – fisicamente e psicologicamente – da quella donna piuttosto spostata di mente che pretende che Misery torni in vita. Per questo, lo scrittore viene segregato in una stanza (tra un letto e una sedia a rotelle) affinché riscriva la storia di Misery e non solo la faccia tornare in vita ma lo faccia in modo credibile. Altrimenti…

Stephen King riesce a tenere il lettore incollato alle pagine e lo fa creando una tensione crescente, entrando nella mente dei due protagonisti e rendendo alla perfezione le loro emozioni, i loro pensieri, le loro paure.

Sono due, di fatto, i libri che il lettore ha tra le mani: quello che racconta la storia di Paul e quello - seppur in frammenti - che racconta la storia di Misery.  Ed è la storia di quest'ultima a tenere in vita l'uomo che mai avrebbe potuto immaginare di trovarsi in una situazione come quella che si trova a vivere, tanto da arrivare a desiderare la morte pur di sottrarsi dalle grinfie di quella donna.
Pluriomicida, infermiera di mestiere, Annie alterna momenti di euforia ed anche tenerezza nei confronti di quell'uomo a follia allo stato puro, farcita di una freddezza che ritiene del tutto necessaria per compiere gesti che mai una persona sana di mente potrebbe mettere in atto.

Paul oramai lo sa ma non si rassegna, seppur nelle sue condizioni, nella sua segregazione e facendo i conti con un dolore lancinante, diventato oramai la sua compagnia quotidiana. 

Lotta, Paul, con tutte le sue forze. Lo fa con gli strumenti di cui dispone. Con il suo libro - si sente una specie di Scherazade del suo tempo - e non solo. King indaga nell'animo umano, presenta le contraddizioni che vive uno scrittore, la necessità (in questo caso tale è) di scrivere per sopravvivere ma anche la dimensione psicologica di chi ha delle evidenti turbe mentali, tali da rendere "la fan n. 1" come una spietata macchina di tortura e di morte.

King dimostra di essere - ma so che non serve che lo dica io - il re dell'alta tensione, del terrore allo stato puro. A livello psicologico oltre che fisico. Questo è il King che mi piace. Questo è il King che è capace di catturarmi.

Trovarmi nella condizione di anelare ad una riga in più pur di capire come si sviluppino le varie situazioni non mi capitava da tanto tempo. Sentire quasi sofferenza fisica per quanto stava accadendo a Paul... non mi capitava da tantissimo tempo. E credere di essere davanti ad una svolta per dover poi dire "...oh no!!!" bhè, anche questo non mi capitava da tempo.

Gran bel libro. Storia terribile ma gran bel libro.
***
Misery
Stephen King
vecchia edizione Euroclub
pag. 344

venerdì 1 marzo 2024

Una serata davvero speciale (J. Quinn)

Non che mi aspettassi un best seller... ma questo secondo volume della serie The Smythe-Smith Quartet parte con una lentezza disarmente, con una superficialità e banalità che, da sole, sarebbero bastate per abbandonare il libro e l'idea di continuare a leggere le avventure delle ragazze Smythe-Smith.

 

Testarda come sono, però, ho voluto andare avanti per capire quanto margine potesse esserci per un miglioramento...  

Protagonisti della storia sono Anne Wynter e Daniel Smythe-Smith. Li abbiamo incontrati entrambi - come tutti gli altri personaggi, a dire il vero - nel volume precedente. Lei fa l'istitutrice di tre fanciulle dell'alta società e lui... bhè, lui... "è" l'alta società nel senso che è conte d i Winstead tornato dopo un periodo di allontanamento forzato da casa. Anne nel volume precedente si è trovata a suonare il pianoforte nel corso di uno dei tanti concerti che le ragazze della famiglia tengono periodicamente e... quella stessa sera i due si sono incontrati senza che lui sapesse niente di lei.

Lei è bellissima e lui ne resta ammaliato... ma... c'è un ma. Anzi, forse più di uno. Lei non è chi dice di essere, ha un passato che torna a bussare alla porta.

Nella prima parte assistiamo ad un rincorrersi di situazioni nelle quali i due si vedono, si piacciono, si incontrano... e vengono raccontate situazioni che a mio parere avrebbero potuto essere evitate.

Nella seconda parte del libro arriva un po' di movimento ma, onestamente, non basta per annullare tutto il resto.

L'ambientazione storica mi piace. Lo stile dell'autrice è scorrevole, semplice, adatto anche a lettori (o meglio, lettrici) che non abbiano troppe pretese e vogliano solamente trascorrere qualche ora spensierata sognando storie d'amore d'altri tempi. Però sulle dinamiche della storia avrei parecchio da dire... tutto molto banale nella prima parte, un pochino meglio nella seconda.

Scontatissimo il lieto fine. Cosa che, mi par di capire, sia una caratteristica di questa serie. 

Se andrò avanti? Mha, non so... mi incuriosisce sapere cosa ne sarà delle altre ragazze della famiglia ma d'altro canto storie troppo scontate e banali, classici romanzetti d'amore nel mio caso vanno assunti a piccole, piccolissime dosi.

Per ora sto bene così ;-)

E poi, sinceramente, resterò con il dubbio in riferimento al titolo. A quale serata davvero speciale ci si riferisce? A quella dell'incontro all'inizio del libro? Oppure??? Bho, mica l'ho capito!
***
Una serata davvero speciale
Julia Quinn
Mondadori Editore
pag. 300
13.30 Euro copertina flessibile, 7.90 Kindle, Audible

domenica 25 febbraio 2024

Un amore perfetto (J. Quinn)

 

Pausa. Avevo bisogno di una pausa. 

Di una storia non troppo impegnativa, che magari mi divertisse pure un po’, rispetto alla quale non essere troppo pignola e da ascoltare in macchina durante le mie trasferte.

Se l’ho trovato?
Direi di sì. Niente di straordinario, una storia d’altri tempi che mi ha catapultata in un mondo affascinante ma rispetto al quale, soprattutto in merito al mondo femminile, avrei molto da dire. Non lo farò, però, perché il mio obiettivo l’ho raggiunto: passare qualche ora spensierata viaggiando con la fantasia e lasciandomi catturare da personaggi d’altri tempi.
Il primo volume della serie The Smythe-Smith Quartet è stata la mia prima lettura in assoluto di questa autrice.
Un romance storico, credo che si chiami così… un libro che mette al centro i sentimenti, la storia d’amore ma lo fa descrivendo anche un periodo storico ben preciso, con le sue regole e i suoi particolari equilibri sociali.
Lady Honoria Smythe-Smith, è una giovane in cerca di marito. Ecco, questa è la caratteristica di fondo della storia: la spasmodica ricerca di un marito, di un rampollo con il quale accasarsi come unica ambizione delle ragazze dell’epoca. In merito a ciò avrei qualche cosa da dire ma erano altri tempi per cui va bene così.
Trattandosi del primo volume di una serie va detto che Honoria suona il violino, con risultati piuttosto discutibili, e fa parte di un quartetto composto dalle ragazze della famiglia Smythe-Smith in cerca di marito. La regola vuole che una volta spostate possano essere esonerate dallo strazio che rappresenta l’esibizione annuale al cospetto di invitato che spesso si muniscono di tappi per le orecchie. Non sono brave, le ragazze della famiglia Smythe-Smith, ed alcune di loro (non tutte) pur essendone consapevoli non si sottraggono all’impegno che, ormai, è diventato un vero e proprio impegno di famiglia.

Honoria non è da meno. Anche lei cerca marito e anche lei deve suonare.  Il momento del concerto, però, arriva verso la fine della storia perchè per tutto il resto del tempo vediamo alimentarsi il legame tra la ragazza e un vecchio amico di famiglia, Marcus, il più grande amico di suo fratello e più grande di lei di sei anni. Quando erano bambini la differenza era abissale. Ora, un po' meno. Tanto che...

Insomma, la storia non è poi così originale - lui che ha un accordo con il fratello di lei affinchè possa controllare e proteggere la ragazza (visto che Daniel, questo è il nome di suo fratello, è costretto a vivere lontano da casa) e quel rapporto di amicizia, di protezione fatto di senso di responsabilità prima di tutto è destinato a cambiare.

Non spoilero niente, a dire il vero, perchè per arrivare a ciò si susseguono una serie di vicende. 

Mi limito a dire che si verificano delle cose che mi hanno fatto storcere un po' il naso (una ferita infetta ad una gamba della quale il medico non si accorge???) e un continuo richiamo al fatto che le ragazze dell'epoca fossero perennemente in cerca di un marito, unico loro scopo di vita a quanto pare. Ok, all'epoca era davvero così ma ribadirlo continuamente mi ha un po' disturbata.

Comunque, una storia romantica che si lascia leggere e assaporare se non si è troppo pignoli e ci si approccia ad una lettura così per prendersi una pausa spensierata e, perchè no, sognare un po'.

Se sono curiosa di conoscere le altre avventure della serie? Onestamente sì, e spero di poter continuare a sorridere tra le righe.
***
Un amore perfetto
Julia Quinn
300 pagine
Mondadori editore
13.30 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle, Audiolibro

domenica 18 febbraio 2024

Una questione privata (B. Fenoglio)

 

Una questione privata è un libro postumo di Fenoglio, pubblicato dopo la sua morte. È un libro che racconta la Resistenza in modo autentico, diretto, senza filtri pur essendo un romanzo nel quale vicende personali del protagonista irrompono in maniera dirompete sulla storia. Quella vera, quella della Seconda Guerra Mondiale. Siamo nel 1944 e il racconto si snoda in un arco temporale di quattro giorni. Breve. Breve ma intenso.

Milton è un giovane partigiano innamorato che, imbattendosi nella casa di lei, frequentata tempo prima quando erano innamorati, torna a pensare a quella ragazza in modo intenso, tanto da voler andar a fondo ad una notizia che lo sconvolge: Fulvia, questo è il suo nome, ora ama un altro. Un suo amico Giorgio. È questa la questione privata di cui si parla: vuole sapere a tutti i costi la verità e inizia ad indagare.

Ecco qual è la questione privata che muove Milton con, sullo sfondo, la guerra. Non ci sono colpi di scena particolari, lungo il racconto... 

Non è un bel ragazzo, Milton. Dalla descrizione che ne fa l'autore lo si immagina come un ragazzo curvo, alto, dalla pelle pallida, occhi tristi. Fa parte della compagnia di Badoglio, è un partigiano. Ha 19 anni e vive a Caneli, un paesino vicino Alba: la ricerca della verità in merito alla donna che ama non è tanto motivata dalla gelosia, almeno così sostiene. E' proprio per amor di verità che si impegna a fare chiarezza. 

Sembra quasi anacronistica questa sua spasmodica ricerca di un perchè in un momento storico in cui si sta vivendo giorno per giorno, con il rischio di restare uccisi nelle more di una guerra che non guarda in faccia a nessuno. Mi è sembrato assurdo che un partigiano potesse anteporre questioni private a tutto il resto ma ho dato una lettura particolare a questa scelta dell'autore.

Qquesta cosa un po' mi ha spiazzata, lo ammetto: è stato come se, nella ricerca delle verità in merito a Fulvia, Milton volesse in qualche modo cercare una parvenza di normalità fuori dalla guerra. Un tentantivo, questo, che però non lo allontana dalla realtà, dalla cruda realtà. Lo è prova uno dei momenti più toccanti del libro... quando arriva un ordine che va eseguito senza porsi troppe domande. Questa è la guerra. 

Il finale mi ha lasciata un po' interdetta, ma non posso certo dire il perchè. Non amo gli spoiler, tantomeno sul finale.

Non credo che mio figlio - a cui la lettura è stata assegnata dall'insegnante di lettere di terza liceo come lettura mensile - riuscirà ad appassionarsi ad una storia del genere. Lo sta leggendo anche lui ma moooolto lentamente. Posso capirlo, però. Non ha catturata particolarmente nemmeno me, lettrice matura.
***
Una questione privata
Beppe Fenoglio
192 pagine
Einaudi editore
7.90 Euro opertina flessibile, Audible

martedì 6 febbraio 2024

Perfetta per te (L. McGee)

Storia banale, prevedibilissima ma che mi ha fatto divertire. Non per gli strafalcioni grammaticali, non è per questo. Ma ci sono delle scene che mi hanno fatto oggettivamente sorridere pur non trattandosi di un racconto che mirasse a tale obiettivo.

Perfetta per te è un libro comprato tanto tempo fa ad un mercatino, quando la mania di acquisto compulsivo a poco presso non ti fa realizzare di avere tra le mani qualche cosa di cui non hai bisogno perché non è un genere che ami leggero.

Sono sincera: l'ho appoggiato sulla mensola della finestra del bagno senza darmi particolari scadenze di lettura e senza grosse ambizioni.

"Vediamo chi è questa tipa e per chi si definisce perfetta", mi sono detta.

Ebbene, mi sono trovata tra le mani la storia di una ragazza come tante che improvvisamente - per bisogno di soldi - si trova ad accettare un lavoro molto particolare alle dipendenze di un gran figo che le affida il compito di trovargli la moglie perfetta. Stretta a lui da un preciso contratto, Alexandra (questo è il suo nome) si trova alle prese con un uomo di gran fascino che, però, non le piace. Non le piace il suo modo di contrattare sui sentimenti, non le piace il suo modo di fissare ferree regole, non le piace il suo distacco nei rapporti con le donne, non le piace il fatto che abbia tante partner quante ne vuole ma che non sia capace di trovarsi una moglie. Eppure, accetta quel lavoro. 

Cosa c'è da dire di più per capire come andrà a finire? Niente, direi (e non ho nemmeno detto molto). 

Ecco, dunque, ben spiegato il perché abbia avuto la sensazione di leggere una storia banale e prevedibile, dal finale che è facile immaginare. Stranamente per un libro di questo genere - e questa stranezza non mi è dispiaciuta più di tanto - non ci sono eccessivi dettagli su momenti di incontro intimo tra i vari personaggi citati. Nota di merito. Nota di demerito la banalità! 

A parte questo, alcune scene sono proprio esilaranti e le descrizioni di lui molto accattivanti tanto da farlo immaginare come una sorta di dio greco in giacca e cravatta.

Non è una lettura che rifarei, assolutamente, ma tutto sommato mi ha divertita. Consigliato a chi non ha grosse aspettative, a chi cerca una storia d'amore che va come deve andare e nulla più.
***
Perfetta per te
Laurelin McGee
Corbaccio editore
pag. 342
14.90 euro copertina flessibile (5.85 al mercatino dell'usato), 5.99 Kindle